Nel paese delle ultime cose

corso di scrittura e fotografia narrativa

con Alessandra Baldoni

www.alessandrabaldoni.it

 

Il workshop prende in prestito il titolo da un libro di Paul Auster che racconta di un paese dove ogni cosa o persona è a rischio estinzione, può sparire di colpo senza lasciare traccia e senza una spiegazione. Ogni cosa - anche la più insignificante – diventa così un tesoro da scovare, ogni “reperto” che ci si può accaparrare è prezioso perché unico. Nascono così i cacciatori di oggetti, persone disposte a tutto pur di conquistare il mozzicone di una matita consumata. Partendo da questa storia incredibile inizieremo una riflessione sulle cose che abbiamo intorno e che per noi hanno un significato fino a riflettere sulla loro rappresentazione emotiva attraverso la fotografia. Il workshop vuole essere un viaggio, una piccola esplorazione del nostro archivio sentimentale ed una indicazione di rotta su come possiamo fare nostro ogni avvenimento o oggetto attraverso il nostro sguardo. Esperienze, stimoli, letture ed esercizi dove il gioco creativo e poetico saranno la nostra mappa ci aiuteranno ad orientarci e scegliere come “dire” il mondo intorno a noi e dentro noi. Un mondo che sembra spesso svanire non per sottrazione come nel libro di Auster ma per sovrapposizione e sovrabbondanza.

Ci incontreremo per due pomeriggi andando in perlustrazione ed avanscoperta nei luoghi della città ma anche nella nostra memoria per poi riunirci una sera e confrontare i nostri diari di bordo.

Durata del workshop:

 

  • sabato 4 maggio 15:00-16:00  incontro di presentazione aperto a tutti
  • sabato 11 maggio 15:00-19:00
  • sabato 25 maggio 15:00-19:00
  • venerdì 31 maggio 19:00-21:00

 

 

 

Programma

 

 

Alessandra Baldoni è nata ed ha studiato a Perugia. Vive in un paese vicino al Lago Trasimeno. Della sua terra ama i cieli netti, il verde forte dei prati e la calma sapienza del lago; della sua città ama il vento freddo e pulito che si insinua nei vicoli di pietra bianca, la luce che sembra di cristallo ed il cuore ruvido e struggente.

Da sempre innamorata della letteratura, le sue emozioni sono attaccate al rigo della pagina. Le parole sono una guarigione, l’antidoto alla ferita, il pane per la sopravvivenza. Fotografa da quando aveva otto anni ed ha sempre scritto. Nella sua arte le immagini nascono e si sollevano dalle parole, sono come frammenti mattutini di un sogno potente ed enigmatico insieme. Mette in scena dei veri e propri set dopo aver accuratamente preparato ogni particolare. Ama il mistero e le favole, la poesia, i libri, il cinema, la sua cagnolina Nina, il buon cibo e il buon vino, le foto che si trovano nei mercatini, le scatole di legno e i vecchi caratteri tipografici. Ha una passione per i profumi, per le peonie, Harry Houdini e per le scarpe rosse.

Non sarebbe Alessandra Baldoni senza l’amore e il sostegno delle persone care e di tutti quelli che davanti ad una sua opera hanno scoperto il proprio cuore.

Non ha mai avuto “un piano b” o pensato di poter essere altro che un’artista.

 

Dicono di lei:

 

“Un ultimo breve pensiero per Alessandra riguarda il senso del dubbio e dell’inganno che, penso, risieda sempre nelle sue opere. Se è vero che ogni elemento costitutivo della scena rappresentata sembra rimandare a un pensiero quasi elegiaco apparentemente favolistico, è anche vero che dopo una più attenta lettura si entra nell’area dell’incertezza nel voler dare significato alle cose rappresentate. Ancora una volta si è portati nel labirinto dei ricordi che vengono così inaspettati e improvvisamente rimossi in noi stessi a testimoniare che la storia non è finita, anzi non vuole finire nella sola percezione visiva di chi osserva ma continua dopo e aperta a ulteriori pensieri e a ulteriori immagini” Mario Cresci

“I set di questo perturbante immaginario visivo sono campiture di una natura selvaggia e familiare: boschi, mare, prati, foglie secche in autunno, cieli contrastati, da pittura romantica. La cifra stilistica è la saturazione cromatica, a mettere in luce gli opposti (rosso-verde, luce-ombra, vita-morte, realtà-sogno) e la linea di demarcazione dell’orizzonte visivo. I soggetti sono così fortemente decontestualizzati da apparire in tutto il loro inquietante realismo: gli sguardi, quando non fuggono in pose di spalle, catturano l’attenzione di tutta l’estensione dell’inquadratura. Seppure non pensata per fini puramente ritrattistici, la forza dei loro occhi è riconducibile all’iperrealismo, per certi versi brutale, del grandangolo di Diane Arbus che, come poi il neorealismo cinematografico italiano, coglieva nei volti di persone comuni la cruda realtà.”  Luca Beatrice

 

“Alessandra Baldoni è una story teller, una donna di lago e di terra, madre di una creatività che somiglia al respiro, nella sua necessità di compiersi; la fotografia è la scatola attraverso cui è possibile osservare il mondo. Il lavoro della Baldoni si compone di scatti che sembrano provenire da una notte profonda e protettiva, capaci di dialogare con l’osservatore attraverso una grana, lattiginosa ed assorbente.” Viviana Siviero

 

“La sua ricerca estetica riflette da sempre sulle specificità dell’atto fotografico in connessione con le altre arti, offrendo suggestive incursioni nella favola, nella letteratura o nella poesia. L’artista mette in scena veri e propri set, costruendo un mondo metafisico ed incantato e cercando di raccontare i luoghi dell’anima, quelle geografie esistenziali in cui ognuno può riconoscersi.” Maddalena Rinaldi