Il Corso fondamentale della Bottega di narrazione è esattamente ciò che il suo nome dice: un corso sui fondamenti della narrazione. Prevede 75 ore in aula, con lezioni frontali, esercitazioni e discussione di testi liberamente condivisi dai partecipanti. Si rivolge a chi senta il bisogno di cominciare dai primi passi; non richiede né molta esperienza di scrittura né una specifica preparazione letteraria. Si tiene a Perugia ed è condotto da Giulio Mozzi.
Il calendario
sabato 22 e domenica 23 febbraio 2020
sabato 28 e domenica 29 marzo 2020
sabato 9 e domenica 10 maggio 2020
sabato 30 e domenica 31 maggio 2020
sabato 27 e domenica 28 giugno 2020
L’orario è il seguente:
il sabato, dalle 9:30 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 19:30
la domenica, dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:30 alle 17:00
per un totale di 75 ore
La sede
associazione settepiani
via Savonarola 88, Perugia
L'iscrizione
Per iscriversi è sufficiente inviare un’email all’indirizzo info@settepiani.com allegando il modulo di iscrizione compilato.
Iscrizioni aperte fino al primo febbraio 2020.
In caso di non effettuazione del Corso gli acconti saranno integralmente restituiti. In caso di mancata conferma dell’iscrizione da parte dell'interessato l’acconto, salvo casi particolari, non sarà restituito.
Il corso è a numero chiuso: max 20 iscritti.
Per il Corso fondamentale di narrazione c'è la possibilità per una persona di ricevere una borsa di studio e seguire il corso gratuitamente, a fronte di una selezione effettuata da settepiani e Giulio Mozzi in base ai testi inviati: è possibile inviare un testo in prosa di massimo 6mila battute (un racconto autoconclusivo o una parte di un testo più ampio), a corsi@settepiani.com entro il 15 dicembre 2019. Comunicheremo l'esito della selezione entro il 10 gennaio 2020. La commissione si riserva la possibilità di assegnare due mezze borse invece di una intera in caso di preferenza accordata a più testi.
Per qualsiasi informazione scrivere a info@settepiani.com
Iscrizioni aperte fino al PRIMO FEBBRAIO 2020
Il corso è a numero chiuso: MAX 20 ISCRITTI
I contenuti
Le mattine di ciascun sabato saranno dedicate a una lezione frontale. Questi gli argomenti:
– il narratore. Ogni testo ha un suo autore materiale, ma l’autore materiale non coincide con il narratore che parla nel testo; il quale è a sua volta distinto dall’eventuale personaggio narrante (qualora la narrazione sia in prima persona o sia affidata a un narratore d’invenzione). Imparare a distinguere tra sé stesso come autore materiale del testo e la proiezione di sé che ne costituisce il narratore è il primo passo per comprendere la natura della finzione narrativa.
– il montaggio. Sono rare le narrazioni che cominciano dall’inizio della sequenza dei fatti e proseguono in ordine cronologico fino alla fine della sequenza stessa. Al di là dell’eventuale impiego di mezzi come l’analessi (flashback, il racconto di fatti precedenti a quelli del “tempo presente” della narrazione) o la prolessi (flashforward, il racconto di fatti posteriori al “tempo presente” della narrazione), i procedimenti di montaggio servono a creare la tensione narrativa grazie al collocamento delle informazioni in un ordine tale da non far comprendere immediatamente la direzione della storia (e il modo della sua conclusione), nonché a gestire la relazione tra la storia principale e le eventuali storie collaterali.
– il dispositivo drammatico. In ogni storia c’è un piccolo nucleo che contiene in sé tutto il potenziale narrativo. Non necessariamente tale nucleo, o dispositivo drammatico, risulta essere alla fin fine il contenuto principale dell’opera narrativa (“Lui e lei vogliono sposarsi, un cattivone cerca di impedirlo, ma alla fine ce la fanno”: questo è il dispositivo drammatico de I promessi sposi, ma è evidente che I promessi sposi è molto di più di questo dispositivo drammatico): tuttavia individuarlo, metterlo a fuoco ed esaminarne tutte le potenzialità è necessario per garantire la tenuta della trama.
– elementi di stile. La tradizione del Novecento ha definitivamente liberato la scrittura da qualunque residuo di “bello stile”, ma ciò non ha semplificato il lavoro di chi scrive. Se una volta bastava attenersi a certi criteri per produrre un testo socialmente accettabile, oggi ogni testo necessita di scelte di stile ragionate e consapevoli. Si lavorerà esaminando i procedimenti di revisione messi in atto da alcuni grandi scrittori sulle proprie opere (da Ludovico Ariosto a Giuseppe Pontiggia, da Alessandro Manzoni ad Alberto Arbasino) per scoprire come lo stile più adatto a una certa narrazione si raggiunga per gradi, per prova ed errore: sia che si voglia e si cerchi uno stile semplice, sia che si voglia e si cerchi uno stile ricco e complesso.
– elementi di retorica. Non è importante apprendere che cosa è una metonimia, che cosa un iperbato, che cosa un’ipallage e che cosa un’anadiplosi. Ma è importante comprendere che anche il parlar comune è fitto fitto di figure e di tropi, e la buona scrittura è spesso semplicemente una scrittura consapevole delle figure e dei tropi dei quali è intessuta. Quasi ogni parola che adoperiamo contiene una ricchezza inesauribile di significati. Per tacere dell’importanza dei punti e delle virgole…
I pomeriggi di ciascun sabato saranno dedicati a un’esercitazione di invenzione narrativa. Si prenderà come materiale di partenza un pacchetto di fotografie appartenute a una famiglia, databili tra il 1950 e il 1975; ed esaminandole si cercherà di ricavarne un gruzzolo di storie. Lo scopo non è tanto quello di produrre dei buoni racconti, quanto quello di esercitarsi in un certo numero di procedimenti inventivi.
Le domeniche saranno dedicate alla discussione di racconti, progetti di romanzi, narrazioni d’ogni genere condivisi tra i partecipanti al Corso. In questo modo si potranno trasferire dalla “teoria” alla “pratica” i contenuti delle lezioni frontali; e ciascun partecipante potrà godere di una riflessione approfondita su un proprio lavoro narrativo.
Il docente
Giulio Mozzi è nato nel 1960. Abita a Padova. Ha pubblicato numerose raccolte di racconti. Dal 1993 insegna scrittura creativa. Ha tenuto corsi e seminari presso le università di Padova, Torino, Bari e Siracusa, la Scuola Holden di Torino, l’Università del progetto di Reggio Emilia, e una quantità di scuole medie superiori. Ha collaborato con il progetto Baobab di Reggio Emilia, il Movimento di cooperazione educativa (Mce), il Centro di iniziativa democratica degli insegnanti (Cidi), l’Istituto per la ricerca e la perimentazione educativa della Provincia di Trento (Iprase), il festival Pordenonelegge. Nel 2011 ha fondato a Milano una propria scuola, la Bottega di narrazione (bottegadinarrazione.com), il cui corpo insegnante è costituito da Massimo Cassani, Emanuela Canepa, Gabriele Dadati, Claudia Grendene, Fiammetta Palpati, Demetrio Paolin, Simone Salomoni, Giorgia Tribuiani.
Lavora nell’editoria come talent scout (ha seguito le prime pubblicazioni di Tullio Avoledo, Mariolina Venezia, Diego De Silva, Laura Pugno, Alberto Gardini, Vitaliano Trevisan, Alessandra Sarchi, Giorgio Falco e altri): già presso Theoria, Sironi, Einaudi Stile libero, oggi per Marsilio.
Ha pubblicato due raccolte di conversazioni sullo scrivere e il narrare (Parole private dette in pubblico, Theoria 1997, Lezioni di scrittura, Fernandel 2001), il (non) Un corso di scrittura e narrazione, Terre di Mezzo 2009, e due fortunati manuali scritti in coppia con Stefano Brugnolo (docente di Letteratura comparata presso l’Università di Pisa): Ricettario di scrittura creativa, Zanichelli 2000, e L’officina della parola, Sironi 2014.